Sant’Alfonso Maria de Liguori, dottore della Chiesa, nacque a Napoli nel 1696. Di famiglia nobile, dotato di brillante intelligenza, conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1713 e rapidamente diventò uno dei più apprezzati avvocati napoletani. A seguito di una pesante sconfitta in tribunale entrò in profonda depressione e, in quei momenti così difficili caratterizzati dalla desolazione e dalla consolazione spirituale, decise di consacrarsi a Dio, prendendo i voti sacerdotali nel 1726.
Vissuto nel periodo dell’Illuminismo, fu un attento osservatore della sua epoca e colse la necessità di dare un nuovo impulso all’apostolato cattolico, per combattere la corruzione morale e le filosofie atee.
La pedagogia di Sant’Alfonso, centrata sull’educazione cristiana delle classi sociali più povere, fece largo uso della poesia e della “musica popolare” per raccontare la vita di Gesù, facilitando così l’evangelizzazione.
Sant’Alfonso fu educato all’arte della musica dal maestro Gaetano Greco e ci lasciò 45 canti sulla vita e sulla passione di Gesù.
Uno dei brani natalizi più famosi, “Tu scendi dalle stelle”, fu opera proprio di Sant’Alfonso; andiamo a “sbirciare” il momento in cui fu composta.
Era il 1754 e Sant’Alfonso stava predicando a Nola, in provincia di Napoli, ospite di don Michele Zamparelli, un sacerdote del luogo.
I due erano insieme in stanza, quando Sant’Alfonso, poche ore prima della Messa di Natale, si sentì ispirato a comporre un nuovo inno natalizio.
Il canto fu scritto in presenza dello stesso don Michele che fu il primo in assoluto ad ascoltare la poesia-canzone.
Sant’Alfonso diede al canto il titolo: “Quando nascette Ninno” e si trattò di una grande novità per l’epoca in quanto, per la prima volta, il testo di un canto religioso venne scritto in lingua partenopea.
Don Michele, emozionato dall’evento, chiese subito a Sant’Alfonso di poterla copiare, ma il Santo si oppose, volendo prima farla stampare.
Poco dopo, Sant’Alfonso scese per celebrare la Messa di Natale, lasciando i fogli del componimento in vista. Don Michele li copiò, nascose i preziosi foglietti nelle sue tasche e andò a concelebrare.
Fu in questo momento che accadde un episodio assai divertente. Sant’Alfonso era proprio sul punto di intonare quel canto che aveva composto poco prima, quando gli mancarono le parole. Ma, si sa, i santi conoscono tutto e, allora, mandò un chierichetto a chiedere a don Michele “quei fogli che stavano nel suo taschino”.
La chiesa fu “riempita”, finalmente, dalle note del nuovo canto sacro. Nacque così quella che noi oggi cantiamo come “Tu scendi dalle stelle”.
Il canto riscosse subito un successo straordinario, tanto che nel 1769 fu pubblicato e diffuso su tutto il territorio nazionale, diventando così il primo esempio di canzone italiana. Il trionfo editoriale consentì la formazione di un genere musicale specifico, originale ed innovativo, in quanto introdusse in ambito popolare l’uso di strofe, ritornelli e interludi strumentali. Si trattò della prima canzone popolare italiana “moderna” che diventò, grazie alla sua tipica forma tripartita, modello strutturale per tutta la produzione di canzoni in italiano dalla fine del Settecento fino a oggi.
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