I riti pasquali ci hanno aiutati ancora una volta a rivivere momenti di grazia in un’atmosfera di luce, gioia e rinnovata fede. Acqua, luce, olio sacro, fonte battesimale, cero pasquale: i simboli che ci hanno richiamato la Resurrezione a nuova vita di Grazia nello Spirito. Il canto del Preconio, riferendosi alla simbologia ed alle profezie delle Sacre Scritture, ci ha manifestato il senso dei riti pasquali come conclusione della Settimana Autentica.
Rinati alla Grazia, confermati nella fede, fonte battesimale e cero pasquale: due simboli che da secoli accompagnano il cammino di fede della nostra Comunità par- rocchiale molto sensibile e partecipante ai gesti della liturgia del periodo quaresima- le. Ricordo che anni fa i riti di vigilia del Sabato Santo iniziavano con una processione dei fedeli al Battistero dove poi veniva acceso il Cero pasquale dando così significato a tutta la liturgia di vigilia iniziando dalla resurrezione dello spirito alla Grazia tramite l’acqua battesimale e la luce del Cero.
Nei Decreti rilasciati in seguito alle sue Visite Pastorali del 1568 e 1582 alla nostra parrocchia, l’Arcivescovo di Milano Card. Carlo Borromeo richiama il parroco ad una più degna e decorosa tenuta del Battistero, invito ripetuto in altre Visite Pastorali effettuate nei secoli da altri Vescovi. Da queste attenzioni deduciamo che il fonte battesimale per impor- tanza era considerato secondo solo al Tabernacolo. Infatti l’antica vasca battesimale, che già viene citata in documenti del sec. XVII aveva una copertura cuspidale in legno a modo di tabernacolo che custodiva l’acqua battesimale, la stessa vasca che poi venne riportata nella nuova parrocchiale con altre suppellettili. La vediamo in alcune foto degli anni ’30. Purtroppo, ad onta di storia ed arte, tale preziosa copertura ora non c’è più: né si sa che fine abbia fatto!
Nel 1927 il prof. Archimede Albertazzi, decoratore della parrocchiale, affrescò sulla parete del Battistero il battesimo di Gesù ispirandosi al celebre dipinto di Daniele Crespi (1625 ora a Brera).
Nel 1939, dopo accurato restauro affidato all’esimio prof. Mario Rossi, venne posta, ornata da preziosa cornice, la magnifica tela (sec. XVI) donata dal Cav. Attilio Prandoni nostro comparrocchiano in occasione del battesimo della propria nipotina Nazzarena.
La cancellata in ferro battuto è stata donata dai parrocchiani nel 1893.
Il prezioso lampadario, dono del parrocchiano Carlo Santambrogio e l’artistica nuova vetrata con l’Angelo dono dei coniugi Carlo e Bianca Rusconi, hanno dato nuovo e più dignitoso aspetto al luogo sacro.
Alla neonata Luigia Marianna Elisa Scotti il privilegio del primo battesimo nel nuovo battistero celebrato il 29 Novembre 1859, ma quella marmorea vasca lungo i secoli ha visto nascere alla Grazia varie generazioni di afforesi. Quando ero chierichetto (anni ’40) il sacerdote attendeva il neonato, genitori e padrini alla porta della parrocchiale e, dopo un rito di accoglienza e benedizione, lo introduceva al Battistero per il rito.
Acqua e luce: la purezza dell’acqua, la forza della fiamma!
Nel Battistero anni fa era collocato in permanenza, tranne che nel periodo pasquale, il grosso cero che veniva acceso ad ogni battesimo e portato in processione all’altare maggiore nei riti del Sabato Santo.
Un dono delle Associazioni Cattoliche parrocchiali al parroco don Luigi Tognola nei primi anni del suo ministero afforese (anni ’40) col ligneo ed artistico supporto.
Durante il periodo pasquale il cero era ornato con 5 pigne dorate inserite in forma di croce, (un tempo composte da profumato incenso) simbolo di regalità e resurrezione.
Ancora oggi vasca battesimale e cero pasquale sono inseparabile coppia che accompagna il rito del battesimo: un messaggio di gioia, di luce, di grazia!
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