Domenica 27 febbraio, durante la S. Messa delle 10, è stato consegnato il mandato ai nostri catechisti.
Solitamente questo importante gesto, fatto davanti alla comunità, avveniva all’inizio di ottobre, ma quest’anno per motivi organizzativi è stato posticipato. In tal modo, hanno potuto ricevere il mandato anche le catechiste che a breve inizieranno con la seconda elementare il cammino di iniziazione cristiana.
Cosa vuol dire essere catechista oggi?
Innanzitutto è una “chiamata” non solo perché un sacerdote chiede la nostra disponibilità, ma anche perché è Dio stesso che ci chiama per costruire una comunità unita, libera e gioiosa.
Ci offre la Sua amicizia e ci chiede di accettarla e di camminare con Lui, vivendo una comunione profonda con Lui come Padre, conoscendo sempre di più il Figlio attraverso la lettura della Parola e lasciandosi animare dallo Spirito Santo.
La nostra risposta è di metterci al servizio dei più piccoli e dei ragazzi, di pregare per loro perché siano “ capaci di amare”, testimoniare la nostra fede, annunciando con coraggio il Vangelo.
Si tratta di farsi carico della vita dei ragazzi che ci sono affidati e accompagnarli nella loro crescita di persone.
Al termine della messa, ci siamo ritrovati in oratorio per alcune osservazioni di don Nazario, che ha molto insistito sull’importanza di trovare un momento di preghiera comune all’interno di ogni gruppo di catechismo, esercitandoci nell’amore fraterno, condividendo gioie e dolori.
Anche la programmazione, ha suggerito, non sia solo un stesura di argomenti da trattare nei gruppi, ma uno scambio di riflessioni per una crescita spirituale del gruppo e di ciascuno di noi.
Papa Francesco dà molto risalto alla figura del catechista, tanto da aver istituito un nuovo ministero (ne parla nell’ ”Antiquum ministerium”) che ha origini molto antiche, che risalgono al Nuovo Testamento: ne parlano ad esempio il vangelo di Luca e le lettere di S. Paolo ai Corinzi e ai Galati.
“ …Nel contesto dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo e di fronte all’imporsi di una cultura globalizzata, è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che, in forza del loro Battesimo, si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi.”
Ovviamente a fine incontro non poteva mancare, vista l’ora, un bell’aperitivo offerto dal don che i catechisti hanno apprezzato moltissimo. Anche questo è condivisione!!!
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