di Nicolò Govoni
Rizzoli Editore
Nicolò Govoni anche quest’anno ci regala un nuovo libro, più maturo, con una narrativa provocatoria, un libro in cui traspare la sua fatica, il dolore per ciò che vede intorno a sé.
Ma è anche la sua opera più ambiziosa e più vissuta, perché in questo libro c’è tutto quello che ha imparato, lavorando con i meno fortunati nella cooperazione internazionale. Ci sono i moderni campi di concentramento dell’Europa, la dittatura della Turchia, la distruzione dell a Siria, la corruzione, lo sfruttamento e la criminalità di paesi come il Kenya, il Congo e la Colombia. Perché davanti a queste cose non si può voltare lo sguardo.
In fuga da un’ Europa al collasso, Hans Juju e Nonna affrontano mille pericoli fingendosi una famiglia: una donna anziana e i suoi nipotini, in realtà sono tre estranei che lentamente imparano a tenersi per mano. Quando raggiungono Truva, la “Città dellaSperanza” (un gigantesco campo profughi in cui il potere è gestito dalla piattaforma online Fortuna), ricevono anche loro, come tutti gli ospiti, una tenda e un dispositivo elettronico. Niente cibo o vestiti, quelli te li devi guadagnare: ognuno è artefice del propriodestino e nel campo la ricchezza si co- struisce postando.
TRAMA
Chi accumula più like e follower ha accesso privilegiato agli aiuti umanitari; i meno popolari si accontentano delle briciole.
Mentre Hans lotta coi fantasmi del passato e la cinica Nonna cerca con tutti i mezzi di procurarsi visibilità, è Juju a domandarsi che senso abbia un mondo in cui ci si salva solo a spese degli altri. Dentro di lei si nascon- dono uno spirito da leader e i semi della rivolta, ma dovrà imparare a credere in se stessa per alzare la voce e ritrovare, per gli abitanti di Truva e per quel bizzarro trio che chiama “famiglia”, la speranza che ci sia ancora anche qui dentro, un po’ di umanità.
COMMENTO
La storia di Juju, Hans e Nonna non è la nostra storia, ma quella di oltre ottantadue milioni di profughi nel mondo, trentacinque dei quali sono bambini. Mi hanno molto colpito due frasi che pronuncia Juju:
“Essere profughi non è un crimine, anche se siamo sotto processo dal giorno in cui siamo arrivati qui. Abbiamo dei sogni, proprio come te. E proprio come te amiamo e odiamo e abbiamo desideri. Abbiamo una dignità, e tutto quello che chiediamo è la possibilità di scrivere il nostro destino.”
“Sono rinchiusa perché ho avuto la sfortuna di nascere dalla parte sbagliata del mondo, e questa non è una colpa per cui non ho intenzione di scontare alcuna pena”.
Govoni immagina un futuro possibile governato dall’egoismo e dalla competizione, per ricordarci che è soltanto INSIEME, restando uniti che noi esseri umani possiamo davvero salvarci.
E “INSIEME” è il nome che ha dato alle scuole che ha aperto: Mazì a Samos, Ma’an in Siria e ora in Kenya.
È la prima scuola internazionale per bambini profughi e vulnerabili ad aver ricevuto l’abilitazione a insegnare il Baccalaureato internazionale, un percorso scolastico riservato solitamente all’elite internazionale ma qui totalmente gratuito.
Vi consiglio caldamente questo libro non solo perché è scritto molto bene, ma anche perché parte del ricavato dalla vendita andrà a sostenere le scuole aperte da Govoni e dalla sua organizzazione umanitaria Still I rise.
Buona lettura!
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