di Enrico Galiano – Garzanti editore
Fino a che punto si è disposti a credere in una persona che ritieni buona, quando tutti sostengono il contrario ed anche l’evidenza è contro di te?
Trama: -Mia è una ragazzina undicenne quando i genitori portano a casa in affido Fede, orfano tredicenne del Kosovo, per potergli offrire un futuro migliore. Diventa per lei il fratello tanto desiderato su cui riversare tutto il proprio affetto. Fede è introverso e nasconde un grande segreto sul suo passato, un segreto che gli impedisce di parlare.
“ Non parlava. Mai. Aveva gli occhi vuoti. Anzi no, aveva gli occhi buchi. Lo so che non esiste questa parola. Ma i suoi occhi erano così. Erano dei pozzi. Se li guardavi vedevi che in fondo, giù nel nero delle pupille, c’era qualcosa, ma non potevi sapere cosa”.
Ascolta e osserva Mia, con la curiosità di chi non conosce né l’amore né le forme con le quali è capace di manifestarsi.
Mia troverà la chiave per indurre Fede a parlare, ma lo farà solo con lei, dovrà rimanere un segreto da proteggere di fronte al mondo, qualunque cosa accada.
La migliore amica di Mia è Margherita, la sua maestra delle elementari che custodisce in un cassetto uno strano quaderno con tante annotazioni che forniscono risposte alle grandi domande.
A una domanda di Mia però Margherita non sa rispondere: “Perché Fede è andato via?”. Fede che l’ha fatta sentire al sicuro, l’ha ascoltata e capita. Da quando non ha più sue notizie, Mia non riesce ad avvicinarsi alle persone, non riesce nemmeno a sfiorarle senza provare dolore, è affetta da una malattia con un nome difficile e che lei chiama “fefo”.
A volte occorre affrontare un nemico per evitare che diventi troppo forte, andare oltre l’apparenza per conoscere la verità,anche se questo può essere molto faticoso, ma Mia trova il coraggio di farlo.
“È un po’ come i bambini, quando dicono di aver paura del drago nascosto nell’armadio. Tu sei quel bambino e il drago non solo lo vedi, lo senti, sai che suono fa quando sputa il fuoco e anche che odore ha ma, se ti azzardi a dirlo in giro, tutti ti guardano con quegli occhi a metà fra la compassione e la risata trattenuta. Al massimo fanno finta di vederlo, tanto per farti contento o per farti credere che sia sparito. Ecco avere la “fefo” era esattamente quella cosa lì, solo che l’armadio era il mio cuore e i suoi denti aguzzi erano il male che sentivo ogni volta che qualcuno mi sfiorava”.
Commento:-I personaggi sono ben connotati, credibili, l’autore ben conosce il mondo adolescenziale e lo dipinge con tutti i suoi aspetti: con i suoi dubbi e le sue perplessità, caratterizzato da paure e dal costante senso di inadeguatezza.
La trama cattura l’attenzione del lettore e gli spostamenti temporali le danno un maggior ritmo portando il lettore in un viaggio dei ricordi di Mia e Fede.
Nel libro gli adulti sono rappresentati come figure che aiutano a crescere e a decodificare gli eventi, ma spesso non sono esenti da pregiudizi. La diversità continua a spaventare, negando il beneficio del dubbio e condannando senza via di scampo.
Lo stile narrativo è fluido e il lettore si sente spinto a leggere pagina su pagina fino allo svelamento finale, dove troverà le risposte a tutte le domande rimaste in sospeso.
Un libro che consiglio caldamente a tutti
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