Il messaggio di monsignor Delpini in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei comunicatori e degli operatori dell’informazione, anche quest’anno interroga come sempre tutta la redazione e i collaboratori di Buona Parola, che da tanti anni è al servizio della comunicazione e dell’informazione della Parrocchia di Santa Giustina.
Un compito impegnativo e importante, ancor più in questi tempi così difficili e complicati, prima ancora da comprendere per poi cercare di comunicare e far nascere delle riflessioni.
La comunità afforese ha avuto modo di ascoltare personalmente la parola del nostro arcivescovo durante la visita pastorale del mese di gennaio.
Ora ascoltiamo e facciamo tesoro della riflessione di monsignor Delpini, in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, contenuta nel messaggio inviato ai giornalisti il 24 gennaio, che è stato anche un contributo alla riflessione su alcune dinamiche della comunicazione contemporanea.
«Gli operatori della comunicazione sanno di essere protagonisti nel creare la visione del mondo che la gente condivide», scrive l’arcivescovo di Milano. Ma «i giornalisti, nel mare della comunicazione, non si riconoscono protagonisti potenti e influenti sulla visione del mondo della gente, ma spesso, piuttosto, vittime. Devono dare le notizie richieste, non quelle importanti. Devono inseguire il personaggio che fa notizia per la sua stranezza o per il suo prestigio, non le persone pensose, gli artigiani quotidiani del bene comune. Devono parlare la lingua sbrigativa, eccessiva: gridare per farsi sentire».
Eppure, prosegue la riflessione, «si può pensare l’essere giornalisti come l’incarico di propiziare incontri. È possibile che si interpreti il mare della comunicazione non come una pericolosa potenza di tempeste e di acque disgustose, ma come una “via di comunicazione”. Al timone delle navi che percorrono il mare della comunicazione stanno i giornalisti».
«E per favorire l’incontro – conclude monsignor Delpini – risulta utile la gentilezza dell’invito. La comunicazione “gentile” è quella che si caratterizza per le parole giuste, le immagini discrete, i toni misurati. Per favorire l’incontro risulta propizia un’abituale attitudine alla compassione».
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