La Quaresima è il periodo di 40 giorni che precede la Pasqua, a Milano inizia domenica 18 febbraio. Nei secoli passati, c’era la tradizione ambrosiana del “venerdì de marz”: ogni venerdì di Quaresima la popolazione si recava in san Celso per adorare un crocifisso miracoloso. In questa occasione si organizzava una vivace e chiassosa fiera nei dintorni della chiesa. Il crocifisso ligneo è detto di S. Carlo, per essere stato portato in processione lungo le vie di Milano durante la peste del 1576. Una processione memorabile, ricordata dai cronisti di allora soprattutto per l’austero comportamento dell’Arcivescovo Borromeo. Da quel momento la peste iniziò ad abbandonare Milano. L’antico crocifisso di san Carlo è conservato nella terza cappella sulla destra. La chiesa di Santa Maria dei Miracoli presso san Celso si trova in corso Italia ed è un autentico tesoro di storia e arte, merita assolutamente una visita. Tra le sue “specialità” vi segnalo la curiosa tradizione, ancora in uso, ma molto meno di un tempo, secondo cui le sposine portano il loro bouquet per chiedere un matrimonio felice e sereno.
La Quaresima è tradizionalmente preceduta dalla celebrazione del Carnevale (dal latino Carnem levare). A Milano il Carnevale dura più a lungo che in qualsiasi altra parte del mondo: se per tutti i festeggiamenti si chiudono con il Martedì Grasso, per iniziare i 40 giorni di Quaresima con il Mercoledì delle Ceneri, nel capoluogo lombardo si continua con il Giovedì Grasso e, gran finale, Sabato Grasso. Perché?
Secondo fonti storiche, c’è stato un diverso calcolo della durata della Quaresima: in tutta Italia, con rito romano, inizia il Mercoledì delle Ceneri e dura 40 giorni, escludendo le domeniche dal conteggio, mentre nella diocesi meneghina, con rito ambrosiano, il periodo di penitenza inizia la domenica successiva al Mercoledì delle Ceneri e le domeniche sono comprese nei 40 giorni.
All’inizio del 1900 durante il Sabato Grasso, in piazza Duomo, c’era la fiera degli organetti di Barberia, chiamati in dialetto vertical: tutte le osterie, dove alla domenica si ballava, facevano a gara per ingaggiare il migliore. Il sonador ambulant, il suonatore ambulante, era colui che girava per la città sperando di allietare la gente al suono di piccoli brani musicali prodotti da un organetto a manovella (di Barberia), su un carretto trainato da un vecchio ronzino.
“Con la ghitara o la fisarmonica, violin o l’organett de Barberia,
la canzon alégra o malinconica, in strada, in cort o denter l’osteria…”
Curiosità: i coriandoli furono inventati a Milano, per la precisione a Crescenzago. Nel 1875 l’ingegner Enrico Mangili ebbe l’idea di riciclare i cerchi scarto delle carte traforate che venivano utilizzate negli allevamenti di bachi da seta, all’epoca numerosi in Lombardia. Fu così che nacquero queste icone carnevalesche. L’idea di Mangili di lanciare i dischetti colorati sui carri riscosse subito successo, tanto che i coriandoli vennero anche commercializzati dall’ingegnere.
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