Sullo scorso numero di B.P. due interessanti pagine del nostro stori- co Luigi Ripamonti ci hanno pre- sentato, con foto e commenti, un aspetto della tradizione degli altarini nei cortili che fu per tanti anni una testimonianza di fede e della devo- zione a Maria Vergine, con la recita del rosario. Ora, però, con la quasi completa scomparsa di queste testi- monianze e tradizioni, dovremmo saper esprimere la nostra devo- zione anche in altre forme.
La recita del Rosario, nelle ore serali, era una forma particolare di devozione a Maria, diffusa nelle cascine dei paesi agricoli, fin dai secoli passati.
Anche ad Affori, nei vecchi tempi costituita per la maggior parte da cascine, c’era nel cortile interno
di ciascuna di esse l’altarino con il quadro della Vergine, una tovaglietta bianca, una vasetto di fiori campestri: quasi ogni giorno, all’ora opportuna, si fermava il gioco dei bambini e, chiamati piccoli e grandi, ci si radunava per la preghiera.
Durante l’ultima guerra, in molte parrocchie i parroci esortarono i fedeli perché in tutti i caseggiati si allestissero piccoli altarini, davanti ai quali radunarsi per la preghiera del Rosario, per chiedere alla Beata Vergine la sua intercessione per la fine della guerra e la pace nel mondo, e anche qui da noi, in numerosi caseggiati questo invito fu accolto.
Questa preghiera serale era anche occasione per mantenere e crescere in un rapporto di conoscenza, di amicizia e di solidarietà: ogni giorno lo scambiarsi di notizie della giornata, notizie lieti o tristi, sugli avvenimenti e il ritrovarsi insieme per una preghiera e una chiacchierata furono fonti di rapporti di solidarietà, di socialità e di aiuto reciproco, oltre che di fede.
Ora il Rosario, segno di devozione ed espressione della fede è scomparso, non perché sia scomparsa la fede, ma perché si è chiuso di più il nostro carattere, c’è più rispetto umano e meno voglia di dialogo e di rapporti umani.
I tempi sono cambiati e poco alla volta sono cambiate anche le abitudini: diversi altarini sono rimasti, altri sono scomparsi in occasione di lavori di rinnovamento degli ambienti, i cortili ora vedono sempre meno bambini (è stata forse la TV a togliere sia il gioco all’aperto dei bambini sia le chiacchiere degli adulti?): i cambiamenti che sono avvenuti nei nostri cortili li hanno resi luoghi non più adatti per scambiare chiacchiere e momenti di amicizia, i bambini che ora vi giocano sono ben pochi, si preferisce che rimangano sotto gli occhi delle mamme in casa, ora il cortile è solo luogo di passaggio… E il rosario serale ormai, quando e dove ci fosse, si ridurrebbe a pochi presenti.
È scomparsa allora anche la fede dai nostri caseggiati? Certamente no, è aumentato il quasi timore a mostrare la fede e la fretta di sempre per i nostri impegni; nel mese di maggio però, il Rosario lo si potrebbe riproporre, anche se ridotto a poche persone, ma qui soffermiamoci con una riflessione su modalità nuove per testimoniare la fede nei caseggiati.
Verifichiamo se il nostro comportamento ha un rapporto cordiale con tutti i coinquilini; certo, ciascuno ha il proprio carattere e il suo modo di fare, ma cerchiamo di costruire rapporti sereni, capacità di salutarsi con cordialità, scambiarsi con affabilità qualche veloce parola, rompere cioè il ghiaccio per superare simpatie e antipatie e costruire rapporti umani semplici e sinceri.
Dove l’altarino c’è, teniamolo semplice e ordinato, dove non c’è possiamo proporlo, ma non imporlo. Tocca a noi renderci testimoni della nostra fede con tanti piccoli gesti di cordialità, piccoli favori e aiuti reciproci, scambi veloci di idee sui problemi senza assolutismi o risposte maldestre, così da considerare i vicini come amici e non estranei o avversari.
E ci sarà allora a volte magari l’occasione per mostrare con serenità le nostre convinzioni di fede, sempre con pieno rispetto di quelle degli altri, anche se non condivise: ricordiamoci di essere cortesi sempre con tutti.
Gli altarini oggi forse non ci saranno più, ma vediamo di sostituirli con legami umani di simpatia, di rapporti sereni di amicizia, di cor- dialità e di rispetto reciproco. Per essere seminatori delle nostre convinzioni è la nostra vita che deve legarci agli altri, nella simpatia, nell’aiuto..
I rapporti di condominio possono e devono essere anche testimonianza di fede e per essere efficaci oggi, devono essere sempre, intrasparenza, rapporti di umanità, di carità, di serenità, di amicizia.
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