Viene spontaneo a tutti un gesto di gentilezza quando si incontra una mamma con un bambino piccolo nel passeggino. Ci si ferma a guardare il bambino, si dice una parola di meraviglia perché i bambini piccoli sono sempre belli e poi ci si complimenta anche con la mamma, si cerca anche di essere premurosi, si tiene aperta la porta dell’ingresso o dell’ascensore, la si aiuta quando prende in braccio il bambino o a portare la borsa della spesa. Non sono solo gesti di abitudine, ma gesti convinti di premura, di gentilezza, di meraviglia, di compiacimento.
Ecco quando prepariamo il nostro presepio, lì incontriamo anche la presenza di Maria, la mamma di questo piccolo bambino, Gesù, per il quale abbiamo preparato la culla nella grotta allestita nel presepio di casa nostra.
C’è attenzione e tenerezza nel mettere il piccolo Gesù nella mangiatoia e intanto diamo anche uno sguardo alla statuetta della Madonna, uno sguardo di attenzione, di affetto. Un pensiero di devozione a questa Mamma: è lì anche Lei e ci sta aiutando a far bene le cose. Abbiamo anche messo sulla porta della nostra casa un segno che annuncia il Natale e chi lo vede, sa che nella nostra famiglia è nato il Bambino Gesù: noi vogliamo dare a tutti questo annuncio,perché sin dalla porta di casa nostra il presepio ci aiuti a diffondere un po’ di bene.
Gesù bambino è qui nella nostra famiglia; il presepio è il segno della sua presenza, una presenza che è una realtà: è qui con noi anche la sua Mamma con Giuseppe, nella nostra casa non c’è solo il segno della nascita di Gesù, ma anche la realtà della sua presenza. In questi giorni in casa nostra, ogni volta che passiamo davanti al nostro presepio, anche senza volerlo, lo guardiamo quasi commossi. E’ bello se quello sguardo diventa pensiero e preghiera. Ed è bello se quel fugace pensiero apre la mente e il cuore: se c’è un momento di stanchezza per le tante faccende di casa, nasce un pensiero a Maria per la stanchezza del suo lungo cammino da Nazareth a Betlemme, se vediamo la povertà del bambino Gesù e la sofferenza di mamma Maria che è nella povertà della grotta, le diciamo che vogliamo invocarla per i tanti poveri bambini nel nostro mondo di oggi, se la vediamo premurosa per quel Bambino e ascoltiamo le parole silenziose d’amore che escono dal suo cuore, le trasformiamo in un silenzioso discorso nostro con Lei.
Ci sono anche i pastori che sono arrivati davanti alla grotta e Maria li guarda riconoscente per i poveri doni che le hanno portato. Così nasce nel nostro cuore il desiderio di suscitare in questi giorni di festa il proposito di prendere in braccio il bambino del presepio, gesto che diventi un abbraccio alle tante povertà che ci circondano e ci apra, in questi giorni natalizi e poi sempre, ad atti di bontà, per far sì che come in famiglia ci sono momenti di serenità e di gioia, questi si allarghino anche fuori dall’uscio di casa nostra.
Potremo così vivere in famiglia l’uno accanto all’altro, e far diventare preghiera e gesti di bontà l’amore che questo bambino, venuto nella nostra casa, ci aiuta a compiere. Il presepio è un poco di santità anche per la nostra famiglia, la presenza di questa Mamma del divino Bambino aiuti la nostra preghiera, la nostra bontà, il desiderio del volerci bene. La luce che esce dalla stella cometa illumina il cammino dei Magi, ci faccia capaci di rendere più luminosa la terra in cui viviamo e possa uscire anche dalla nostra casa per illuminare il mondo.
Ecco, nella sua culla il bambino si è addormentato: Maria lo guarda con un sorriso e poi volge il suo sguardo verso di noi, suo sguardo che diventa per noi una grande spinta ad una preghiera più devota ed ad un desiderio più grande di bontà.
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