Papa Benedetto XVI nel corso del suo Pontificato ha più volte sottolineato l’importanza della liturgia e della musica.
Nel 2011, in occasione dell’udienza ai partecipanti al Convegno promosso dal Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo, aveva sottolineato come la celebrazione liturgica realizzasse “contemporaneamente un’epifania del Signore e un’epifania della Chiesa, due dimensioni che si coniugano in unità nell’assemblea liturgica, ove il Cristo attualizza il Mistero pasquale di morte e di risurrezione e il popolo dei battezzati attinge più abbondantemente alle fonti della salvezza. Nell’azione liturgica della Chiesa sussiste la presenza attiva di Cristo: ciò che ha compiuto nel suo passaggio in mezzo agli uomini, Egli continua a renderlo operante attraverso la sua personale azione sacramentale, il cui centro è costituito dall’Eucaristia”.
E ancora: “La Liturgia cristiana è la Liturgia della promessa compiuta in Cristo, ma è anche la Liturgia della speranza, del pellegrinaggio verso la trasformazione del mondo, che avrà luogo quando Dio sarà tutto in tutti”.
Nell’udienza generale del 3 ottobre 2012 il Papa Emerito ha messo in evidenza come: “La liturgia non è una specie di “auto-manifestazione” di una comunità, ma è invece l’uscire dal semplice “essere-se-stessi”, essere chiusi in sé stessi, e l’accedere al grande banchetto, l’entrare nella grande comunità vivente, nella quale Dio stesso ci nutre. La liturgia implica universalità e questo carattere universale deve entrare sempre di nuovo nella consapevolezza di tutti. La liturgia cristiana è il culto del tempio universale che è Cristo Risorto, le cui braccia sono distese sulla croce per attirare tutti nell’abbraccio dell’amore eterno di Dio. È il culto del cielo aperto. Non è mai solamente l’evento di una comunità singola, con una sua collocazione nel tempo e nello spazio. È importante che ogni cristiano si senta e sia realmente inserito in questo noi universale, che fornisce il fondamento e il rifugio all’io, nel Corpo di Cristo che è la Chiesa”.
Papa Benedetto XVI vedeva nella musica e nella sua bellezza e armonia, la bellezza e l’armonia della Chiesa stessa.
Nel 2006, durante il viaggio in Baviera, in occasione della benedizione del nuovo organo della Basilica della Alte Kapelle di Ratisbona, il Papa ha utilizzato la metafora dell’organo per sottolineare come “le numerose canne e i registri devono formare un’unità. Se più canne non sono più ben intonate, allora si hanno delle stonature e la cosa comincia a divenire insopportabile. Anche le canne di quest’organo sono esposte a cambiamenti di temperatura e a fattori di affaticamento. È questa un’immagine della nostra comunità nella Chiesa. Come nell’organo una mano esperta deve sempre di nuovo riportare le disarmonie alla retta consonanza così dobbiamo anche nella Chiesa, nella varietà dei doni e dei carismi, trovare mediante la comunione nella fede sempre di nuovo l’accordo nella lode di Dio e nell’amore fraterno”.
Nel 2012, all’Associazione Italiana Santa Cecilia, ha espresso la sua convinzione che: “la musica sacra può favorire la fede e cooperare alla nuova evangelizzazione. La partecipazione attiva dell’intero Popolo di Dio alla liturgia non consiste solo nel parlare, ma anche nell’ascoltare, nell’accogliere con i sensi e con lo spirito la Parola, e questo vale anche per la musica sacra”. Attraverso la musica sacra molte “persone sono state toccate nel profondo dell’animo e si sono sentite nuovamente attirati verso Dio dalla bellezza della musica liturgica”.
Musica e liturgia nella Chiesa sono dunque per Papa Benedetto XVI due potenti strumenti di evangelizzazione.
Walter Cerioli
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