Dopo la pausa di due anni per il Covid, quest’anno l’11 febbraio abbiamo ripreso a celebrare nella nostra chiesa la Messa dell’anniversario delle prima apparizione della Beata Vergine Maria alla grotta di Lourdes. E’ una giornata che ci fa rivivere una tradizione, che ci richiama a ravvivare la devozione a Maria unitamente ad una attenzione e vicinanza ai malati. La celebrazione della messa, preceduta dalla breve fiaccolata all’interno della Chiesa, per i fedeliafforesi è un altro dei tanti e diversi aspetti della devozione a Maria che abbiamo richiamato in alcune delle nostre riflessioni in questa pagina. E’ bello riscoprire come questa significativa devozione sia nata nella nostra comunità.
La devozione alla Beata Vergine a Lourdes è strettamente legata al mondo della sofferenza. Quanti fedeli sani e ammalati sono sempre presenti ai riti di Lourdes: la fiaccolata serale, le Messe alla grotta, la via Crucis, la processione eucaristica pomeridiana, sono sempre state occasioni per un aiuto e uno stimolo a chi è sofferente e devoto a Maria.
Proclamata dalla Chiesa la verità dell’apparizione a Lourdes, è cresciuta l’attenzione in ogni parrocchia nella pastorale per gli ammalati, in amicizia, solidarietà, aiuto. Anche nella nostra parrocchia si è formato un gruppo di volontari che, organizzandosi in una attenzione generosa per gli ammalati, ha visto nascere anche il desiderio dell’esperienza di accompagnarli a Lourdes in pellegrinaggio, e vivere là quelle giornate che segnano sia negli ammalati che negli accompagnatori l’attuazione di momenti particolari. Pensiamo alla organizzazione e presenza alla Messa e alla comunione per il precetto pasquale, animare e far seguire le celebrazioni per gli ammalati, l’accompagnamento e l’assistenza per il trasporto da casa a chiesa e ritorno. E così nasce anche il desiderio di soffermarsi un poco, in occasione di celebrazioni religiose, con brevi occasioni di amicizia con qualche parola, con dialoghi di incoraggiamento, momenti insieme, piccole festicciole. E’ spuntato poi in qualcuno il desiderio di accompagnare i pellegrinaggi a Lourdes e ai vari santuari mariani. E così si è venuti a conoscere ed aderire ad una associazione sorta in Italia (l’Unitalsi, che significa “Unione Nazionale trasporto ammalati a Lourdes e santuari italiani”) per accompagnare pellegrinaggi a Lourdes sempre meglio organizzati, dapprima con la ferrovia, poi in pullman ed ora in aereo. E non più poi solo a Lourdes ma anche ad altri santuari tra cui Loreto, là dove si ritrova la Vergine Maria nella sua casa di Nazareth. Ed è diventato un gruppo di generosi volontari sempre più numerosi e meglio organizzati.
La pastorale parrocchiale deve avere anche una attenzione agli ammalati e deve esserci sempre una cura attenta per i sofferenti, ed è utile e bello che ci sia un gruppo di volonterosi che si dedicano con più attenzione all’organizzazione di momenti particolari dedicati proprio alle persone malate: ci sono le “Giornate dell’ammalato”, c’è la Comunione pasquale , la Comunione portata a domicilio, la celebrazione in forma comunitaria del sacramento dell’Unzione degli ammalati e poi anche momenti di amicizia, momenti di dialogo, di preghiera, di incoraggiamento e di conforto.
Sullo sfondo dell’attività e dell’impegno dell’Unitalsi c’è una spinta che guida e anima sempre la devozione alla Vergine e costituisce per la pastorale parrocchiale occasione di una maturazione di sensibilità alla sofferenza, con una maggior esperienza nell’organizzazione di pellegrinaggi e momenti parrocchiali per gli ammalati e crescita per i volontari di una ricchezza personale di generosità e premura per chi soffre.
A volte nasce qualche critica all’Unitalsi: come tutte le associazioni con il tempo possono cambiare, sia maturando come comprensione dei problemi, sia come attitudini, caratteristiche, divise, aggiornamenti, approfondimenti di comprensione dei problemi ecc … Ciò che è importante è la cura degli ammalati nelle parrocchie che non deve mai mancare, sempre ci deve essere l’attenzione per loro, ed è bello che ci siano in alcuni capacità non solo organizzative, ma anche di preghiera e di attenzione, e che ci siano volontari che sanno vivere con fede questi momenti condividendo con gli ammalati la sofferenza e la valorizzazione soprannaturale della sua accettazione.
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